Omaggio a Carol Rama
Carol Rama se ne andata l'altro giorno a 97 anni dopo ampia attività creativa a partire dagli anni trenta e al centro di eventi artistici di primo piano in Italia e nel mondo. Fu il mio amico fotografo Pino dell'Aquila, alla fine degli anni ottanta, ad introdurmi in questo spaccato artistico piemontese a me completamente sconosciuto. Egli mi fece dono di un bellissimo catalogo edito dalla Società Editrice Allemandi & C di cui aveva curato la parte iconografica mettendomi subito in allerta sulla geniale signora di Torino la quale, come scriveva allora Natalia Aspesi su Repubblica..."amata dai grandi critici internazionali come una rarità preziosa perchè nascosta, continua ad essere scandalosa". Ho sfogliato il catalogo tante volte, incuriosito dalla nobile figura del personaggio e, soprattutto, attratto dalle finezze del suo linguaggio artistico, non convenzionale ma altamente coinvolgente dentro quelle .."storie di ordinaria pazzia torinese", come annota efficacemente Massimo Mila . In un crescendo di critiche e interpretazioni trasgressive sulla sua arte, Carol Rama nelle rare interviste dichiarava che sono semplici oggetti d'uso. "Lì ho visti sempre così, con la carica di sgomento e di erotismo che introducono nella vita domestica. Ero attratta dai vespasiani come dagli interni delle chiese: mi piacevano molto le protesi che erano in casa di una mia zia di Livorno, e le forme di calzature ortopediche ammucchiate dietro il letto Ottocento di mia nonna, con gli occhi di maiolica. Ho sempe amato le situazioni e gli oggetti che venivano rifiutati". Tutto trasformato in opere d'arte. Capolavori sorprendenti come testimoniano le slpendide immagini che Pino ha impresso nel volume con cura e passione
in omaggio all'artista che amava ripetere..."più fate domande assurde e più temo di andare nel giusto"!
in omaggio all'artista che amava ripetere..."più fate domande assurde e più temo di andare nel giusto"!
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