Sono andato a Castelli a metà luglio scorso. Era una giornata piacevolmente calda e fremevo sotto quella luce solare brillante, intensa e avvolgente. Anche i solchi levigati della parete nord del Camicia apparivano meno aspri. Una luminosità preziosa per catturare immagini in un punto molto particolare del Gran Sasso d'Italia. Uno scatto dietro l'altro, un piacere dell'animo rapito da tanta bellezza. Un ritorno indietro nel tempo e nel ricordo di vacanze spensierate e follemente creative con Giancarlo, Pino, Teresa, Sergio, Tina e Anna che ci accoglieva nella sua dimora montana con deliziosi frutti di stagione. Quel giorno di luglio, dunque, mentre giravo fra le viuzze e le antiche botteghe artigiane dove la ceramica si posa, discreta ma eloquente, sui numeri civici e tra i fregi architettonici, zummo su un balconcino fiorito e scorgo un braccio alzato che saluta e mi fa cenno di attendere la fine di una telefonata. Così, all'improvviso, è ricomparso senza p...